Nessuno nasce su questo pianeta per venir disprezzato o perseguitato dai propri simili. Le razze si espandono su un Universo infinito e su un regno spirituale ancora maggiore. Anche noi non vorremmo essere considerati da Voi né come razza disprezzabile né a Voi superiore. Fra di noi siamo tutti fratelli.
Già da millenni si fece il grande sbaglio di sottomettere le razze e di farle schiave di altre razze persino in nome del Creatore. Il popolo d’Israele faceva schiavi altri esseri umani in nome di DIO, cioè mettendo avanti Mosè e i Leviti. Perché, essi dicevano, “Dio lo esige”, e addossarono ad altre stirpi i lavori pesanti in modo inumano o le sterminarono crudelmente. Di tutte queste pretese irragionevoli ed egoistiche, si diceva testualmente:
Il Signore parlò con Mosè e disse:
“Il Signore chiese la morte” “Il Signore incitò il popolo alla lapidazione o alla morte sul rogo” “Il Signore chiese penitenze e sacrifici di fuoco” “Il Signore” promise di annientare il nemico” “Il Signore venne promosso Generalissimo ed un temuto Signore di Guerra” “Il Signore destinò l’esercito degli schiavi” “Il Signore permise ai Sacerdoti il peccato carnale”
“Il Signore fece i Sacerdoti giudice e medici” “ Il Signore decise circa i cibi e l’usura agli stranieri” “Il Signore diede ai Signori di questa terra il diritto di vita e morte sui loro servi”.
Ma il Signore mandò ai terrestri in una nave spaziale, un Suo Figlio, per insegnare loro l’amore, la libertà e la pace.
Questo Signore aborrì tutto quello che Vi ascrisse. Il Signore trovò sul pianeta Terra tanta falsità e calunnia che non ha l’uguale in tutto l’Universo; il che dimostra orrendamente l’estrema angustia delle anime ivi incarnate, poiché l’uomo viene reincarnato con l’unione dell’acqua e dello spirito, della materia e dell’anima.
Il Signore nella nave spaziale aveva chiesto solamente che il popolo d’Israele accendesse un fuoco ogni qualvolta desiderasse parlare con il SIGNORE nella nave spaziale. Questo fuoco non doveva essere considerato un sacrificio ma bensì un segnale.
Noi non conosciamo nessuna vendetta né guerra di nessuna specie. Perché il Creatore non conosce vendetta.
Tratto dalla raccolta libri di Ashtar Sheran: “da Stella a Stella”