
Antonio Sebastiano Francesco Gramsci
- Nasce il 22 gennaio 1891 ad Ales (Sardegna, Italia);
- Muore il 27 aprile 1937 a Roma (Lazio, Italia);
- È stato un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano;
- Di famiglia modesta e numerosa. Nei primi anni, per motivi di lavoro del padre, la famiglia fece alcuni spostamenti, che si conclusero nel 1898 col ritorno al paese originario di Ghilarza;
- Frequentò il liceo nonostante le difficoltà economiche della famiglia, per poi approdare all’università, grazie ad una borsa di studio. Giunse così a Torino, nell’ottobre del 1911, iscrivendosi alla facoltà di filosofia, nel contempo si avvicina agli ambienti e ideali socialisti;
- Una volta affacciatosi alla realtà universitaria torinese, la cui volontà era quella di studiare filosofia, si avvicina agli ambienti e ideali socialisti;
- Nel 1913, in occasione delle prime elezioni politiche a suffragio universale (maschile), prende maggior coscienza della situazione socio-politica, aderendo al movimento socialista;
- Nel 1914 prende la tessera del partito socialista e inizia a collaborare con la stampa di partito;
- Nel 1915 abbandona gli studi universitari, debutta come giornalista sul finire dello stesso anno;
- Sul finire del 1915 pubblica il primo articolo sul settimanale “Il Grido del Popolo”, di orientamento socialista, per proseguire pochi mesi dopo, come redattore del quotidiano “Avanti!”, organo ufficiale del Partito Socialista Italiano;
- Nel 1922 viene mandato a Mosca, in veste di rappresentante del partito italiano, su sollecito di due rappresentanti russi presenti al secondo Congresso del Partito Comunista d’Italia nel marzo del medesimo anno. Qui ha modo di frequentare e conoscere i dirigenti bolscevichi protagonisti della Rivoluzione d’ottobre del 1917;
- Durante il soggiorno a Mosca, a causa delle proprie condizioni di salute, viene ricoverato in un sanatorio. Nel mentre, in Italia la polizia fascista arresta la dirigenza del partito, dal quale scaturisce anche un mandato d’arresto per Gramsci. A tal punto, i russi gli suggeriscono di trasferirsi a Vienna, per poter osservare più da vicino la situazione italiana;
- Rientra in Italia nel maggio del 1924, trovandosi ad affrontare la situazione scaturita dalla repressione fascista e nel 1926, viene arrestato in occasione di un incontro con altri parlamentari comunisti, sottovalutando il regime che non ha rispettato la sua immunità di deputato;
- Dopo alcuni soggiorni in varie carceri, dove le sue condizioni di salute peggiorano, viene processato e condannato, nel giugno 1928, a una pena detentiva di vent’anni;
- Negli anni successivi, l’interessamento al suo caso da parte dell’Unione Sovietica portò ad alcuni tentativi per farlo scarcerare, sempre rifiutati dalle autorità italiane;
- Nell’aprile del 1937, vicino alla scarcerazione, viene colpito da un’emorragia cerebrale, che gli provoca il decesso.