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Gli stigmatizzati assorbono il karma dell’umanità

Pier Giorgio Caria

Gli stigmatizzati assorbono il karma dell’umanità

Pier Giorgio Caria

Gli stigmatizzati sono, di fatto, Gesù sulla Terra. Nessuno può vivere con quelle ferite se #Cristo non è in lui. Nessuno può sopportare quel dolore per decenni (e tutte le sofferenze che ne conseguono) se non c’è Cristo che in quei momenti sostiene, vivifica e resuscita quel corpo martoriato. È impossibile.

Lo stigmatizzato è uno che muore e risorge ad ogni sanguinazione. Non assorbe solo il karma di chi confessa, ma anche quello dell’umanità. È il calice vivente che contiene Cristo, il Santo Graal.

Poiché la missione di Cristo è una e non è ancora finita, ossia fare il Nuovo Regno, la sequenza “prima venuta – buco di 2000 anni – seconda venuta” non è verosimile: Lui è qui da allora e non se n’è mai andato. È rimasto in spirito, fino a un certo momento, attraverso gli stigmatizzati che erano l’espressione fisica vivente della Sua presenza sulla Terra.

Per noi non è possibile non peccare o commettere delle ingiustizie nell’incarnazione: basta che utilizziamo la macchina e già stiamo inquinando, violentando Madre Natura. Io compro l’acqua in bottiglie di plastica perché mi è più comodo, e perché altrimenti sarei costretto a dedicarmi più a quello che all’Opera, ma comunque sto peccando. Nelle relazioni umane, per quanto possiamo essere bravi, è molto difficile essere perfetti e non far soffrire qualcuno, quindi ci carichiamo di karma… Siccome lo serviamo, il Signore continua a essere in croce e a sanguinare per noi perché ci vuole salvare, vuole fare il Regno. Ci dice: “State con me, servitemi, fate tutto quello che potete, al resto ci penso io”. E infatti ci pensa Lui.